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Diario di Martina


La scorsa settimana è stata decisamente difficile. Sono venuta a contatto con verità scomode e difficili da gestire.
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Sono una ragazza che ha un carattere molto forte che difficilmente si piega al volere della "società" per poter piacere agli altri. Io sono fatta così e non devo andare contro ai miei ideali e ai miei valori per poter andare d'accordo con persone con cui non ho nulla in comune.
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Ho sempre avuto difficoltà nel relazionarmi con altre persone, perché credo ancora nel rispetto reciproco e soprattutto nel rispetto nei confronti del rapporto che si definisce tra due persone. Credo nel valore dell'amicizia, nella lealtà nei confronti di una persona che occupa un posto importante nella tua vita, credo nel rispetto (lo sottolineo nuovamente), credo in valori che si stanno andando perdendo.
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Fin dalle superiori ho trovato difficile relazionarmi con persone che modificavano il loro essere per poter piacere a delle persone che poi non li consideravano realmente. Tutt'ora mi trovo in situazioni spiacevoli in cui non so come comportarmi.
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Dalla vita ho imparato che prima di andare bene alle altre persone, bisogna andare bene a sé stessi. Prima bisogna stare bene con sé stessi e poi con gli altri, perché se mai staremo bene con noi, come possiamo stare bene con gli altri?
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Per la rubrica "cosa mi ha insegnato la vita", vorrei aprirmi nei confronti di chi sta ancora cercando di capire come funzioni la vita, sia chiaro che io ho ancora molto da imparare, ma ho vissuto in prima persone esperienze che mi hanno fatto capire che noi siamo importante e dobbiamo circondarci di persone che ci stanno fare bene. Ci saranno sempre persone che verranno e se ne andranno: bisogna cogliere l'opportunità di quei momenti senza rimanerci troppo male se, ad un certo punto, avranno deciso che per quel giorno, per quel momento noi non andremo più bene per loro.

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Qualche giorno fa, mi è stata fatta una domanda molto importante e a cui ci tengo a rispondere con un post più approfondito anche qui sul blog.
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"Programmo accuratamente giorno per giorno lo studio, però poi riesco a portare a termine metà delle cose che mi sono prefissata, mi demoralizzo, mi viene l'ansia, mi viene sempre meno voglia di studiare. Come fare per vivere più serenamente il tutto e portare a termine quello che mi impongo? "
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Questi sono i consigli che ho messo in pratica da cui potete prendere spunto e "aggiustare" in base alle vostre esigenze.
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1. Suddividere gli impegni in base alle priorità. Lo so che abbiamo sempre mille cose da fare e che ci sembrano tutte di ugual importanza, ma non è così. Ad esempio (banale ma per rendere l'idea), in appartamento è il mio turno delle immondizie, appena vedo un sacchetto pieno mi prendo un appunto che il giorno dopo appena vado a prendere l'autobus butto via il sacchetto visto che passo davanti ai bidoni. 2 eventi, sviluppati in un unico momento: #timesaving.
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2. To do list NON troppo lunghe. Purtroppo, abbiamo solo un certo numero di ore a disposizione, il tempo non è infinito. Dopo aver selezionato gli impegni inderogabili e importantissimi, metterli in cima alla lista.
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3. Categoria: se ho tempo. Per evitare di demoralizzarsi se non si portano a termine tutti gli impegni, mettere nella to do list gli impegni che ASSOLUTAMENTE bisogna portare a termine ma essendo realisti. Sotto la sezione "se ho tempo" posizionare eventi/impegni che possono aspettare uno, due giorni se non di più.
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4. Cosa studio prima?. Questa è una domanda molto difficile a cui rispondere. Ho adottato questa tecnica da quanto frequento l'università, ma se ci avessi pensato prima, forse avrei vissuto più serenamente anche certi periodi delle superiori. Generalmente seguo 3 corsi al semestre (fino ad ora) e stilo un'ordine di importanza della materia. Al primo posto posiziono sempre la materia che ha più CFU, cioè quella che peserà di più sul mio voto di laurea, oppure quella in cui ho più difficoltà o quella con l'esame più difficile. Al secondo posto posiziono un'altra materia importante, in cui faccio un po' fatica, ma non troppo. In ultima posizione, mette sempre l'esame più semplice che non è solitamente quello che ha meno carico di studio, ma quello che a livello di concetti mi risulta più semplice oppure dove ci impiego meno tempo a fare gli schemi per gli esami.

In base alla posizione nella graduatoria, mi porto subito in pari con gli schemi o li posticipo a momenti in cui sono più stanca. 

Ad esempio, questo semestre seguo chimica fisica I, matematica II, chimica analitica II.

In ordine di importanza:
1. chimica fisica I, perchè ci sono tantissime dimostrazioni e concetti da imparare
2. matematica II, tantissimi concetti da imparare
3. chimica analitica II, solo concetti da memorizzare (non serve capire).

Ogni giorno faccio nel pomeriggio chimica fisica per poterla capire essendo difficile, la sera e nei weekend mi dedico a matematica e nelle pause a chimica analitica.
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5. Siamo umani. Questo è un aspetto che tendo a sottovalutare molto spesso. Ci sono giorni in cui mi sento totalmente disorganizzata oppure completamente indietro sulla mia tabella di marcia per lo studio. In quei giorni me la prendo con me stessa e studio in continuazione fino all'esaurimento. Questo mi porta a raggiungere uno stato di esasperazione totale che provoca una serie di pensieri negativi. Dobbiamo renderci conto che siamo persone umane e spesso ci sono fattori che posso influenzare la nostra produttività. Per questo motivo non abbatterti se non riesci a portare a termine tutto, domani è un altro giorno o la settimana prossima andrà meglio.


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E ora sono le 16.19 e sto aspettando il treno dee 16.57 per andare a casa e fare una sorpresa ai miei. Visto che anche loro leggono questo Blog, questo articolo uscirà domani.
Non so decifrare l'emozione che sento in pancia, ma sicuramente una piccola percentuale è data dall'ansia. Ho il respiro accelerato, una morsa che mi chiude lo stomaco. Ora che ci sto riflettendo, ansia di cosa? Non può essere ansia di perdere il treno, perché lo sto guardando in questo momento. Quindi ansia di cosa? Non riesco a capacitarmi del fatto che provo sempre questa agitazione anche in momenti meno opportuni come in questo. Non c'è motivo di provare ansia, ma la sto vivendo lo stesso. Perché? Non ho ancora trovato una risposta a questa domanda e probabilmente non la troverò mai. Sarà carattere? Sarà cosa? Se qualcuno sa la risposta a questa domanda, per favore mi illumini
.


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30 settembre 2019

Il primo giorno di università del mio secondo anno da studentessa di chimica. Leggerlo così forse fa più effetto rispetto a viverlo. Sembra un sogno, una parentesi della mia vita che presto avrà una fine. Scriverlo, dirlo ad alta voce, rende tutto più reale. 

Se la gente mi chiedesse:" com'è stato il tuo primo giorno al secondo anno?". La mia risposta sarebbe:"non lo so". Mi sembra di vivere in una bolla. Ormai questa è diventata la mia quotidianità che non mi ha suscitato nessuna grande emozione. Rimane sempre la corsa il primo giorno per prendere i posti migliori, perché il posto che ti scegli il primo giorno, sarà tuo per il resto dell'anno in dipartimenti dove il numero degli studenti è ridotto.

Se dovessi analizzare le mie emozioni, vi direi che forse non ho provato nulla. Come dicevo prima, ormai questa è diventata la mia quotidianità e viverla nuovamente non ha suscitato nulla se non la poca voglia di alzarsi presto al mattino.
⠀

Tanti parlano di quanto sia bello il primo giorno di ogni anno scolastico o accademico che sia, ma per me ha smesso di essere così. Forse mi trovo così a mio agio nelle vesti da universitaria che ormai per me è normale.

Sicuramente è stato bello rivedere quei compagni affezionati che si sono persi un po' durante l'estate. Oserei dire bello anche iniziare nuovamente a studiare, perché nella vita non si smette mai di imparare e la nostra voracità di informazioni non sarà mai sazia.

Il primo giorno è sempre un punto interrogativo. E' il giorno che decreta l'inizio di una nuova avventura, di un nuovo anno e si parte sempre con "i buoni proposti". I miei sono sicuramente:

1. iscriversi in palestra;
2. fare gli schemi di volta in volta;
3. studiare mano a mano senza trovarsi all'ultimo.


Vi terrò aggiornati sui progressi.


E  i vostri quali sono?


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Se mi seguite su Instagram, ormai avrete già capito che l'ansia fa parte della mia vita da sempre. Ho visto che molti di voi si sono rivisti un po' nella mia situazione e ho deciso di creare questo piccolo spazio nel mio blog sotto forma di diario per parlare di come io viva questa "situazione". Probabilmente per molti di voi sembrerà un'esagerazione, ma per altri sarà confortante leggere parole che rispecchiano la propria situazione.  

Purtroppo per chi come me soffre di ansia perenne, sa perfettamente che non è una situazione psicologicamente facile da vivere.

Secondo i miei ricordi, ho iniziato a soffrire così tanto di ansia quando ho iniziato le superiori, per la precisione, per chi non mi conoscesse ancora, l’istituto tecnico. Il primo anno per me è stato disastroso, tanto che l’ho vissuto proprio male.

L’ansia è iniziata quando mancava poco all'inizio del mio primo anno di superiori perché dalle medie era un grandissimo cambiamento e il tipo di scuola che avevo scelto mi metteva una certa soggezione. Non sapevo cosa aspettarmi, non sapevo se fosse la scuola per me e soprattutto non sapevo se ce l’avrei fatta in una scuola così impegnativa.

Il primo anno di superiori è stato un grande ostacolo da superare. L'ansia di non essere all'altezza mi aveva chiuso lo stomaco tanto da non riuscire a mangiare. Ero così abituata a sentirmi così che non mi ero accorta di stare fisicamente male. Questa situazione, per fortuna momentanea, era dovuta sicuramente al clima poco felice che vivevo ogni giorno a scuola. Passati i primi mesi ed iniziato il secondo quadrimestre, ho capito (più o meno) come ridurre, almeno un po', quest'ansia che mi attanagliava lo stomaco.

Ho capito che la cosa che mi metteva più soggezione era sicuramente come apparivo davanti agli occhi degli altri, volevo sempre fare bella figura o semplicemente non volevo essere "presa di mira". Da quel momento ho iniziato a lavorare molto su me stessa, perché è importante come ti vedi tu e non come ti vedono gli altri. 

Molte volte, ma direi anche sempre, l'ansia è soltanto una questione di "testa", o meglio psicologica. Come in questo caso, ho analizzato i momenti in cui sentivo che mi si chiudeva lo stomaco, il cuore a mille e cercavo di capire quale fosse stata la causa. 

Per capire come risolvere, non dico completamente, ma un buon 60/70% questo problema, è capire qual è la fonte di questo disagio e iniziare a lavorarci dalle basi.

La prima cosa che ho fatto, dopo aver capito quale fosse la causa di questo malessere, ho iniziato con piccoli passi, a rendermi più sicura di me stessa. Un esempio banale, è stato dire di no quando non volevo fare qualcosa quando prima dicevo sì solamente per non fare storcere il naso alle altre persone.


Ricordate che è importante come voi vi vedete e non come vi vedono gli altri. Questo concetto mi ha permesso di scegliere me e i miei valori in moltissimi casi.

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Diario di Martina is a blog of a student written by Martina Pes. Martina is a self-proclaimed foodie, books obsessed, lover of personal care, family woman who believes in the motto "live with enthusiasm". She loves to experimente in the kitchen to try to follow an healthy lifestyle. However, 
in her blog you will find her life and some advices based on her experience. I'm trying to be a lifestyle blogger.

I have some experience as a blogger because almost four years ago I opened my book blog as a result of a big visibility. During last year a lot of things has changed. I moved to another city, I live alone during the week and I started college. Because of that, I felt the need to open a web corner where I was not limited to talking only about books, but I was freer. This blog is my personal space to share with you my days, my thoughts and my opinions. I would hope to be useful in some way to you.
[I apologize for any errors whereas English is not my first language.]
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Ormai manca poco alla ripresa delle lezioni in università e mi è stato chiesto come affrontare al meglio il primo giorno di università. In questo articolo vi parlerò del mio primo giorno e verso la fine, troverete qualche consiglio anche se, di per sé, non c'è molto da consigliare se non essere sé stessi. 

Io ho iniziato l'università due volte. La prima con ingegneria, grazie ai precorsi quando non ero ancora entrata a chimica. Ovviamente l'ansia ha giocato un brutto scherzo anche in questo caso, visto che mi sono presentata con un'ora di anticipo alla riunione di benvenuto. L'ansia non era dovuta al fatto di iniziare ingegneria, ma quella di entrare nel nuovo mondo che è l'università. Grazie alla mia bellissima ora di anticipo, sono riuscita a prendere i gadget che offrivano ai nuovi studenti...quindi direi niente male!
All'esterno sembravo impassibile, ma all'interno ero estremamente agitata. In quel momento ho pensato: "sono tutti nella mia stessa situazione, cosa possono farmi di male?". In quel preciso istante si è seduta vicino a me una ragazza, nonostante i mille posti liberi, e abbiamo fatto subito amicizia. Questo è stato uno degli aspetti più belli dell'università e soprattutto quello che mi ha aiutato a gestire un po' l'ansia. Successivamente hanno presentato il dipartimento e poi è entrato il professore per fare la prima lezione. Non è stato così "tosto" il primo giorno, forse la cosa più difficile nell'insieme è stata riprendere i ritmi.

Il mio secondo primo giorno di università è stato a chimica (che tra l'altro io ho iniziato il corso con un giorno di ritardo) e forse in quel caso ero ancora un po' più nervosa perché stavo finalmente entrando nel corso che volevo fare. In questo caso l'agitazione era quella del vero primo giorno di scuola, perché ormai ero entrata nella grande macchina che è l'università.  

Mi sono svegliata al mattino, agitata, non sapendo come vestirmi. Ora qui vorrei lasciare un piccolo consiglio alle matricole e non: considerate l'università come un posto di lavoro e non di svago. Vestitevi in modo appropriato. Evitate scollature, gonne corte, vestiti da sera, ciabatte...(lo so, in questo momento starete ridendo tutti, ma voi non sapete cosa si vede nelle aule studio). Ricordatevi che non state andando ad una sfilata, in primis, oppure non state andando in spiaggia. Come in ogni situazione bisogna vestirsi in modo opportuno. Io, nel mio primo giorno di scuola, avevo semplicemente un paio di jeans, una t-shirt e un maglioncino perché mi ricordo che faceva freddo. Fatemi sapere se volete un articolo su cosa evitare di indossare in università.

Un altro aspetto che mette "in crisi" molti studenti è: cosa portare il primo giorno di università? 
Vi consiglio di consultare il vostro orario accademico perchè i professori faranno già lezione dal primo giorno. Solitamente, almeno nel mio dipartimento, si hanno due ore attaccate dello stesso corso. La prima ora spiegheranno come si svolgeranno le lezioni, gli esami e varie informazioni. La seconda ora, invece, partiranno subito a fare lezione. Per questo motivo vi consiglio di portare subito via il materiale per prendere appunti per ciascun corso, un'agenda su cui scrivere le varie date degli esami o lavori vari, acqua e soprattutto, qualcosa da mangiare se avete le quattro ore attaccate nel mattino. Per il discorso "cibo", cercate di portare con voi qualcosa di salutare così vi appesantisce meno e sarete comunque reattivi subito dopo la pausa. Per qualche spunto su cosa portare via da mangiare, potrei farvi un post al riguardo. Fatemi sapere!

Abbiamo affrontato praticamente tutti i temi, ora vorrei consigliarvi di essere voi stessi e di cercare subito di legare con qualche vostro compagno di corso. Questo vi faciliterà molto la permanenza in università se avete qualche amico con cui parlare o studiare!

Per qualsiasi domanda potete lasciare qui un commento o scrivermi su Instagram.



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Siamo entrati nel mese di settembre. Cosa succede a settembre? Le giornate sono più corte, più fresche e per gli studenti si torna a scuola. Visto che il mio blog è nato con l’obiettivo di raccontare la mia esperienza, per questo motivo, ho deciso di raccontarvi come mi preparavo per il ritorno a scuola e se vi interessa, potrei fare una versione per gli studenti universitari.

Attenzione: lo scopo di questo post non è di criticare nessuno, ma è un post con lo scopo di dirvi cos'ho sbagliato io, nella mia esperienza, e cosa farei se potessi tornare indietro. Questo deve servire semplicemente da spunto per ognuno di voi, in modo tale da migliorare il traumatico ritorno a scuola. w

Tralasciando l’ansia e la poca voglia che assale ogni studente a metà agosto... si inizia ad affannarsi per finire tutti i compiti prima di riprendere la monotonia dei giorni scolastici. 


Generalmente per il ritorno a scuola, non mi preparavo al meglio e credo che per il mio tipo di persona sia stato sempre uno sbaglio. Me ne accorgevo ogni anno che i primi mesi facevo una fatica enorme a riprendere il pieno ritmo scuola-casa-studio, ma non ho mai fatto niente per rendermi i giochi più facili. Sarà stato per pigrizia? Sarà stato perché vedevo l'estate sacra? Sarà stato perché avevo mille interessi al di fuori dello studio? Io questo non lo so, ma ora che sono all'università ho cambiato completamente il mio ritmo per il back to school. Fatemi sapere se volete la versione anche per studenti universitari.

Il problema più grande del ritorno a scuola, sempre sarà o per me lo è stato, la sveglia alle 6.30 del mattino. Abituata a svegliarmi dopo le 9 fino al giorno prima, le prime settimane di scuola sono state davvero impossibili, non difficili. Durante il mio percorso da studentessa delle scuole superiori, avevo già pensato di abituarmi nuovamente ad alzarmi presto (circa intorno alle 7/7.30) magari una settimana prima. Se avessi messo in pratica questa idea, sarei stata 100 volte più produttiva e non avrei provato quel senso di spossatezza che mi prendeva ogni volta che tornavo a casa dopo 5 ore di scuola. Dopo scuola, difficilmente riuscivo a mettermi ad un'ora decente a studiare perché avevo sempre troppo sonno che mi mettevo a dormire. Cosa sbagliatissima perché dopo ero ancora meno mentalmente attiva.

Riprendere lo studio, il secondo problema più grande. Io sono sempre stata quel tipo di studentessa che cercava di finire il prima possibile i compiti per avere poi l'estate libera senza la nuvola nera dell'ansia dei compiti da fare. Voi direte che bene, brava. Il problema era che arrivavo a settembre, quando avrei dovuto dare almeno una sfogliata ai miei quaderni per cercare di togliere quello strato enorme di polvere che si era formato sulle nozioni che avevo studiato l'anno prima. Non avendolo mai fatto fino a quest'anno, ho sempre trovato difficile riprendere lo studio perché avevo completamente cancellato/rimosso quello che avevo studiato l'anno prima quindi non riuscivo a fare i collegamenti più banali. Ora, capisco che a fine agosto e/o i primi di settembre mettersi a studiare sia un'idea improponibile, ma almeno sfogliare i vecchi appunti leggendo qua e là qualche nozione, aiuta a riattivare la mente in vista del nuovo anno scolastico.

Una delle parti che più preferisco del back to school o back to college è sicuramente lo shopping. Adoro ogni prodotto di cancelleria che esiste su questa terra però ho imparato a darmi una regolata (più o meno) se no avrei continuato a comprare di tutto. Una cosa che ho imparato in questi anni è che non mi serve il mondo per affrontare al meglio il mio anno accademico. Ora come ora, per il mio secondo anno in università, ho comprato esattamente tre quaderni per gli appunti: uno per ogni materia; circa 8 penne nere (non troppe se no si seccano); un evidenziatore e basta perchè ce ne ho già a casa e due raccoglitori. Non serve spendere tantissimi soldi per ottenere il massimo del rendimento. A livello di materiale, basta il minimo indispensabile per poter essere produttivi. Un consiglio che mi sento di darvi è quello di controllare tra le cose dell'anno precedente se c'è qualcosa che può essere riutilizzato. Quando poi scriverete l'elenco delle cose da comprare, se vedete che state aggiungendo cose non essenziali fatevi questa domanda:"mi serve davvero? non ho nessuna alternativa, non posso usare altro?". Questo mi ha permesso di risparmiare un bel po' di soldi.

Cosa pensate di queste tre tips? Siete pronti per il ritorno a scuola?


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Buongiorno lettori, sul mio account Instagram mi è stato chiesto quale fosse il mio metodo di studio. Prima di iniziare, vorrei fare una breve premessa. Ognuno ha il suo metodo di studio, io mi trovo bene in questo modo, ma altre persone potrebbero non trovarsi. Vi consiglio vivamente di sperimentare vari approcci e di vedere quale vi permette di ottenere il massimo dal vostro tempo di studio. Questo metodo può funzionare per me, ma non per voi. Lo scopo di questo articolo è semplicemente quello di darvi uno spunto e magari aiutarvi a trovare nuove tecniche da provare. 

In questi giorni ho fatto qualche sondaggio su Instagram per vedere come voi vi approcciate al mondo dello studio. Moltissimi, quasi il 70% prende appunti durante la lezione e solamente il 30% utilizza il materiale fornito dal docente o il libro durante la lezione, su cui poi si prende nota delle informazioni mancanti. Questo sondaggio ci dimostra come ognuno di noi è diverso e utilizza approcci diversi per memorizzare concetti. 


Per andare con ordine, suddividerò il post in punti.

1. Preparo il materiale per prendere appunti.

Generalmente, le lezioni in università vengono svolte dal professore mediante l'utilizzo di slides che vengono proiettate. Nel mio dipartimento, i professori, condividono tutto il materiale attraverso una piattaforma, così prima di ogni lezione, stampo questi file per poi portarmeli a lezione per prendere appunti. Quando stampo i vari file, cerco sempre di formattare la stampa in modo tale da lasciarmi lo spazio necessario a prendere gli appunti.

C'è stata una materia nel secondo semestre che anche se aveva le slides, non le stampavo per prenderci gli appunti sopra. Questo perchè il professore aggiungeva tantissime informazioni in più rispetto a quello che c'era scritto e diventava un po' difficile seguirlo scrivendo tutto sulle sue slides.

Questo per dirvi che non sempre questo "metodo" funziona, bisogna sempre adattarsi al meglio alla materia da seguire.

2. Appunti.

A lezione cerco di stare più attenta possibile, di segnarmi tutti gli esempi particolari citati dal professore, di prendere più appunti possibili e di scriverli BENE. Questo, poi, mi facilita il lavoro nel pomeriggio e mi aiuta a comprendere con meno difficoltà gli argomenti.

Sembra un po' scontato il punto "scriverli bene", ma non lo è. All'inizio e soprattutto alle superiori, prendevo gli appunti un "po' così", scrivendo male e usando abbreviazioni. Terribile e super sbagliato. Quando, poi, dovevo rileggerli a casa, non capivo metà delle cose che avevo scritto... tempo perso per nulla, insomma.

3. Schemi.

Solitamente, nel pomeriggio rivedo gli appunti presi in mattinata e leggo gli argomenti svolti, sul libro. Leggo, sottolineo e cerco di capire il più possibile, così quando dovrò studiare per l'esame, dovrò solamente memorizzare i concetti senza perdere tempo a capirli.

Dopo aver letto appunti e libro, mi preparo psicologicamente e fisicamente a fare gli schemi per lo studio futuro.

Se è possibile, li faccio a computer, se invece ci sono troppi disegni particolari o formule strane li faccio su dei fogli bianchi. Fatemi sapere se volete un articolo su come organizzo gli appunti/schemi.

Negli schemi, inserisco principalmente gli appunti, ma anche il libro. Questo secondo punto è fondamentale per comprendere al 100% i concetti svolti in aula e per approfondire. Ho visto una grandissima differenza da quando ho iniziato a integrare il libro nei miei schemi:
- Faccio meno fatica a comprendere gli argomenti;
- Ho più esempi da riportare in sede di esame;
- Mi aiuta a formare un discorso completo per la parte orale.

4. Prima fase di studio.

Generalmente, nel mio dipartimento, gli scritti vengono suddivisi in due provette intermedie. Per questo motivo, c'è una prima fase di studio. Solitamente nelle provette ci sono esercizi, ma alcune volte bisogna anche sapere una parte di teoria; quindi la prima fase di studio è semplicemente una lettura un po' più approfondita degli schemi.

5. Riassunti.

Questo punto non sempre lo sviluppo. Generalmente quando affronto la prima fase di studio, se vedo che faccio fatica a ricordare qualche concetto o qualche argomento, cerco di fare un riassunto per punti o una mappa. Devo dire che questo mi aiuta molto quando faccio fatica a ricordare alcune cose.

6. Studio

Questa è la fase più difficile di tutte, ma quella più importante. Quando giunge il momento, prendo i miei schemi in mano e inizio a ripetere. Solitamente in questa fase ripeto a mente perchè studio in università.

7. Questions Time.

Per vedere se ho capito tutto o per vedere se sono in grado di fare un discorso completo, mi preparo o chiedo a qualcuno di farmi delle domande per testare il mio livello di conoscenza. In questo modo salgono a galla i dubbi, le lacune e i vari problemi. In questo modo, so cosa andare a rivedere prima dell'esame.

8. Ripasso.

Questa ultima fase solitamente avviene in tre micro-fasi.

8.1. Inizio a ripetere a voce alta, questo mi permette di esercitarmi a creare discorsi senza intoppi.
8.2. Questions time con le compagne di corso. In questa fase ci facciamo domande a vicenda, come preparazione all'esame oppure per risolvere eventuali dubbi.
8.3. Simulazione d'esame. Non sempre è fattibile provare a farla, ma negli ultimi esami orali, ho avuto l'opportunità di simulare l'esame con le mie compagne di corso. Ottimo metodo per ripassare prima dell'esame senza cadere troppo nell'ansia.

Cosa vorrò provare il prossimo anno?
Una cosa che mi affascina particolarmente sono le flash cards. Ancora non ho avuto modo di provare ad utilizzarle, ma il prossimo anno vorrei proprio iniziare. 

E voi cosa volete provare di nuovo per il vostro metodo di studio? 
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Parlando con alcuni di voi sul mio profilo Instagram, è emerso che il problema più "grande", o meglio la preoccupazione più grande degli studenti, è quella di non riuscire a fare tutto. Io ho appena terminato il mio primo anno di università e oltre all'enorme carico di studio da gestire, ho continuato a gestire un blog, una pagina Instagram, ho continuato a leggere e ad uscire con gli amici. Oltre a queste cose, essendo andata a vivere "da sola", dovevo gestire anche pranzi, cene, spesa e varie pulizie.

Mi è stato chiesto:"ma come fai a fare tutto? Non sei stanca". Per questo motivo, ho deciso di raccontarvi la mia esperienza. Ho pensato di suddividere il tutto, in più articoli. Per questo motivo, iscrivetevi ai lettori fissi per non perdervi nulla! Questi consigli sono prettamente per studenti, ma con qualche modifica, sono applicabili anche per i lavoratori.


Come primo post, vorrei riprendere il mio post di Instagram di qualche giorno fa per approfondirlo al meglio. Sicuramente l'aspetto che mi ha salvato maggiormente la vita, è stato il fatto che ho iniziato ad organizzare tutta la mia giornata. Questo mi ha permesso di organizzare non soltanto lo studio, ma anche tutti quegli aspetti che ora devo gestire da sola visto che sono una fuori sede.


Scegliete un quadernino o direttamente un'agenda dove suddividere la giornata in intervalli di tempo specifici con le relative attività da fare. 

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1. Suddividete un'attività più grande in piccole attività. Io devo dire che questo punto mi ha un po' salvato la vita. Dividevo i vari compiti delle materie in piccoli gruppi e alternavano le varie materie per non stufarmi. Questo mi ha aiutato ad essere molto produttiva.

L'esempio che ho portato ieri su Instagram è questo. Se devo leggere tre capitoli di storia e rispondere a 15 domande, suddivido questa grande attività in piccole parti. Inizio alle 15 a studiare, leggo un capitolo di storia sottolineando le cose importanti e rispondo a cinque domande. Appena ho terminato, passo ad un pezzettino di un'altra materia, poi torno a leggere un nuovo capitolo di storia e rispondo ad altre 5 domande. E via così! 


Ovviamente a fine giornata, avevo terminato tutti i compiti che mi ero prefissata di fare. 


Ora all'università è un po' più difficile alternare le materie, ma suddivido ancora una grande attività come "leggere e sistemare gli appunti della giornata" in più piccole parti. A breve vi proporrò l'articolo sul mio metodo di studio, così capirete bene come mi organizzo ora per l'università.

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2. Scrivere sempre le cose da fare, appena ci vengono in mente, su un foglio in modo tale da non dimenticarsi di fare nulla.

Anche per questo punto ho visto una grande differenza. Ora che sono all'università ho mille cose da gestire e se non mi scrivessi tutto, dimenticherei metà delle cose. Questo punto, un po' come il primo, mi ha aiutato tantissimo a superare al meglio il primo anno di università. 


Generalmente suddivido l'elenco delle cose da fare personali rispetto a quelle per l'università, in modo da vedere perfettamente le priorità.

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3. Color coding.

Sembra una cosa banale, ma aiuta molto dal punto di vista visivo. Ogni materia aveva il suo colore e non solo, anche le varie attività extra. Questo mi permetteva, già con un solo sguardo, di avere un'idea di cosa mi aspettava il giorno dopo.


Ad esempio:

Nel secondo semestre all'università dovevo seguire questi corsi: Chimica organica I, Chimica Analitica I e Fisica I. Poi, oltre a questo blog, gestisco anche un book blog che è aperto ormai da tre anni. Quindi nella mie schedule, erano presenti anche i vari articoli da scrivere. In aggiunta a ciò, dovevo fare la spesa, pensare ai pranzi e alle cene e alle pulizie della casa.

Il mio color coding:

viola per chimica organica I
giallo per fisica I
verde per chimica analitica I
rosa per il book blog
arancione per spesa/pranzi e cene
blu per le pulizie

Cosa vorrò provare per il nuovo anno accademico?
Ho visto un video su Youtube di una ragazza di cui, purtroppo, non ricordo il nome, che diceva di preparare la "to-do list" la sera prima. Ad ottobre che riprenderò le lezioni, sicuramente vorrò provare questo nuovo trucchetto per vedere se sarò ancora più produttiva.

Bene ragazzi, il post di oggi termina qui, ma rimanete sintonizzati che a breve ci sarà la parte 2!

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Navigando tra i vari studygram, termine per definire quei account Instagram di studenti che pubblicano i loro appunti, ho notato che in paesi diversi dall'Italia, hanno già ripreso le lezioni. Per non ritrovarmi all'ultimo, ho deciso di pubblicare oggi questo articolo che mi sta molto a cuore. E' un consiglio? Non saprei come definirlo, ma prima di iniziare l'università avrei voluto che qualcuno mi spiegasse questa "cosa".

Io parlerò della mia esperienza in un dipartimento di ambito scientifico, visto che studio chimica, ma alcuni consigli che leggerete in questa rubrica, si possono applicare a tutti.

Il primissimo "consiglio" che mi sento di dare è: studiate per voi, studiate per capire, non studiate per il professore o per superare l'esame/test. Spesso il parere diventa soggettivo e il voto non rispecchia il vostro esame o la vostra preparazione.

Io frequento il dipartimento di chimica, non si chiamano più facoltà, e nell'ambito scientifico è molto importante capire gli argomenti che si studiano. Studiate per voi, cercando di focalizzare la vostra attenzione sulle basi che costruiranno poi la vostra carriera accademica. Studiate per voi, non imparate a memoria perché non vi servirà a molto. Appena finito l'esame vi sarete già scordati tutto e farete più fatica negli esami successivi. 

Non focalizzatevi eccessivamente sul voto. Ci sono molti aspetti che influenzano la decisione del professore, spesso il voto non corrisponde con le vostre conoscenze. Il professore può essere alterato da avvenimenti che non c'entrano con voi, può essere nervoso o semplicemente applica un sistema di valutazione alquanto discutibile. Ho sentito di alcuni professori che in una giornata di esami, dovevano bocciare un certo numero di persone. Quindi, anche se, tu studente, eri davvero preparato, ma sei capitato nel momento sbagliato, ti puoi ritrovare a non superare l'esame per x motivi. 

Prima di rifiutare un voto, ponetevi queste domande: ho imparato qualcosa di nuovo? Le cose le sapevo? Avevo capito gli argomenti affrontati? Se le risposte sono sì, accettate e andate avanti perché l'università è solo un piccolo pezzo della vostra vita e la strada è molto lunga. Un voto non rispecchia quello che siete e quello che sapete. Il voto è solo un numero e voi non potete essere semplificati, schematizzati solamente da un numero che va da 18 a 30. 

Ricordate che l'università, la scuola e qualsiasi percorso accademico, serve a voi e per il vostro futuro. Se voi siete soddisfatti del vostro studio, avete capito i diversi concetti, non fatevi abbattere da un valore numerico. Nel  mondo del lavoro non guarderanno i voti dei vari esami, guarderanno la vostra esperienza, la vostra personalità e la vostra capacità nell'eseguire le varie mansioni.

Per riassumere, non fatevi abbattere se il voto che vi è stato assegnato non rispecchia la vostra preparazione. Spesso è anche questione di fortuna: a volte chiedono domande che si sanno perfettamente, altre ti possono chiedere proprio quei due argomenti che non ci sono perfettamente chiari. Lo studio serve per crescere personalmente e professionalmente, non per superare un esame.
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In questi giorni, navigando un po' sul web avendo molto tempo da perdere, mi sono imbattuta in diversi articoli di blog, video su youtube e post di Instagram dove si parlava della propria vita da studenti. Leggendo i vari articoli e guardando i vari video, ho iniziato a formulare questo elenco di "errori" che vedo negli studenti.

Piccola premessa: sono anche io una studentessa e dalla mia esperienza ho capito che questi "errori" possono ridurre la produttività dello studente. Voglio sottolineare che questo è un elenco, in parte soggettivo, in quanto deriva dalla mia esperienza e vorrei solamente dare uno spunto. Lo scopo di questo articolo non è di criticare o di dirvi di smettere di fare determinate cose, ma di consigliarvi di provare a cambiare alcune abitudini che avete per vedere se avrete risultati migliori.



1. Partire carichi e poi perdere entusiasmo
Questo è uno dei punti principali di questo articolo. Spesso si inizia l'anno scolastico oppure l'anno accademico pieni di entusiasmo e nei primi giorni di lezione si vuole sempre strafare. Nei giorni successivi, si perde sempre di più questa grandissima motivazione, anche frutto della stanchezza che deriva dai primi giorni di grande lavoro, e si tende a procrastinare pensando che c'è sempre tanto tempo prima della fine dell'anno scolastico e/o accademico. 

Cercate di iniziare facendo sempre tutti i compiti o sistemando tutti gli appunti ma senza strafare...non stancatevi subito i primi giorni!


2. To do list troppo piene
Da quando mi sono trasferita nel mio appartamento a Trieste, non devo più solo pensare allo studio. Devo pensare a cosa farmi da mangiare, a cosa comprare di spesa, farmi le lavatrici e altre cose comuni della vita quotidiana. Per non dimenticare di fare nulla, mi creo ogni volta delle "to do list" con le cose da fare. All'inizio le mie liste erano infinite e ogni volta non riuscivo mai a completarle. Questo fatto mi demoralizzava sempre tanto che, con il passare del tempo, divenivo sempre meno produttiva.


Per questo motivo, ho provato ad utilizzare, innanzitutto, un foglietto adesivo di quelli piccoli in modo tale da non avere poi così tanto spazio. Il passo successivo è stato quello di scrivere sempre le attività più importanti e quelle che devono essere completate entro il giorno stesso. Così facendo, mi sono accorta di essere sempre più motivata a svolgere quelle piccole attività quotidiane che non vengono più inserite nella lista e riesco sempre a ritagliarmi qualche piccolo momento di tempo libero. Questo credo sia dovuto al fatto che essendo più motivata, visto che riesco sempre a completare ogni task, sono anche più attiva e più  propensa a fare altre cose e soprattutto le faccio più volentieri.


3. Perdere tempo ad abbellire gli appunti
A me piacciono tantissimo gli appunti curati con le scritte coordinate, ma c'è da dire che ti porta via tantissimo tempo. Ogni volta che apro Instagram e vedo queste studyblogger che postano le foto dei loro appunti super colorati, pieni di disegni bellissimi devo dire che provo un po' di invidia. Alle superiori, tendevo a perdere più tempo sulla parte grafica degli appunti tanto da metterci anche due settimane a preparare gli schemi per un compito. Mi sono resa conto che, per quanto possano essere belli visivamente, non mi aiutavano più di tanto a livello di apprendimento. 


Gli appunti e/o schemi su cui studio ora per l'università, sono essenziali. Non posso più permettermi di perdere tempo dietro a disegni e ghirigori vari. Anche perché, se sono pieni di colori e disegni, durante il periodo in cui devo studiarli, la mia attenzione non è catturata dalle informazioni al loro interno che devo imparare per l'esame, ma tendo a perdere questa poca attenzione guardando la parte estetica e non assimilando i concetti.


4. Non prestare attenzione a lezione
Alle superiori, devo ammettere che non sempre prestavo attenzione a lezione. Quelle volte che non ascoltavo, ho notato che facevo una grandissima fatica a capire e a studiare quelle informazioni. 


Andare a lezione, prendere appunti, ascoltare il professore, aiuta tantissimo l'apprendimento di concetti sia facili che difficili. Questo punto è spesso sottovalutato e se non mi credete provate a fare un esperimento anche voi come ho fatto io. Da quando presto sempre attenzione, ascolto sempre, cerco di fare domande, ho visto un netto miglioramento nei miei traguardi scolastici. Oltre a questo, ho notato che ci impiego meno tempo a studiare e soprattutto, faccio decisamente meno fatica.


5. Avere il tavolo dove si studia pieno di cose
Un altro consiglio che mi sento di darvi è di tenere pulito e ben ordinato il luogo dove studiate. Questo perché, quando avete bisogno di spazio durante le vostre sessioni di studio, non dovete ogni volta riordinare e quindi non perdete tempo. In secondo luogo, avendo uno spazio pulito ed ordinato, riduce le chance di distrarsi con ogni piccola cosa. 


Generalmente, quando studio in università, posiziono sul tavolo il minimo indispensabile per il mio lavoro. Questo ho notato che mi aiuta tanto a concentrarmi e soprattutto ad essere meno stressata visto che non devo sempre riordinare!


6. Usare troppi colori insieme
Questo punto riguarda sempre il discorso dell'attenzione. Se in una pagina si vedono tantissimi colori, la nostra attenzione viene catturata da quelli invece che dal contenuto in sé del foglio da studiare. Quando si deve leggere un testo, una pagina di un libro o i nostri appunti, sarebbe più indicato usare solamente uno o due colori per evidenziare i concetti importanti. Io solitamente uso due colori: uno per le parole importanti e uno per le definizioni o concetti da imparare. Così mi salta subito all'occhio la parola chiave da sapere e poi ho tutto il "contorno" da imparare.


Fatemi sapere se questi consigli vi sono stati utili e se volete una seconda parte. 

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Ieri, stavo pensando che contenuti portare su questo piccolo angolo di web che racchiude un po' la mia vita e ho pensato:"perché non iniziare a parlare di cosa la vita mi ha insegnato?". Tutta gasata, ho scritto questo post al volo e l'ho pubblicato su Instagram. Ora sono qui con il cuore sorridente e la testa un po' più libera per rivisitarlo e approfondirlo al meglio. 


Una delle lezioni più importanti e la prima di cui voglio parlarvi, è che dovete vivere per voi, non per gli altri. La vostra vita deve prendere la vostra forma, non dovete modellarla per imitare nessuno. Voi siete importanti, concetto che spesso tendiamo a dimenticare. Voi siete speciali. Voi lascerete il segno nelle persone che vi stanno vicino, ma solamente se sarete voi stessi.


Con l'avvento dei social network è sempre più facile seguire le persone e scoprire cosa fanno nella loro vita privata. Questo può essere un bene: ha creato una nuova categoria di lavori; ma può essere un male perché al gente cerca ancora di più di imitare le persone che definiscono come "idoli". E' meglio cercare di imitare più che si può una persona o vivere con la propria personalità?


Spesso siamo spaventati dall'ipotetica prospettiva di essere giudicati dalle altre persone. Alcune persone vivono questa situazione con uno stress pazzesco. Io sono la prima a vivere, spesso, in uno stato di ansia perenne. Quando ero più piccola, intorno ai 16 anni, avevo sempre l'impressione di essere giudicata dalle persone che mi circondavano. Questa ansia sociale era dovuta al fatto che mi distinguevo un po' dalla massa, non seguivo la "moda" delle superiori. Non sono mai stata uguale a tutti i ragazzi della mia età, avevo sempre passioni, hobby e pensieri diversi. Questo mi ha portata ad isolarmi un po', ma sinceramente non mi è mai importato granché. Ho sempre avuto chiaro in testa come dovevo essere e non mi è mai importato più di tanto, se non in alcune occasioni, di non essere capita dai ragazzi che mi circondavano. E' stato difficile superare lo stress di avere l'impressione di essere costantemente giudicata, ma crescendo ho capito che era tutto nella mia testa. Ora, però, l'ansia si fa sentire per altre cose...non è mai finita!


Purtroppo viviamo in una società dove difficilmente troviamo persone vere, perché abbiamo la tendenza a nasconderci dietro ad una maschera. Questo perché? Perché non vogliamo deludere nessuno, perché è più facile modellarci in base alla persona che abbiamo davanti piuttosto che sentirci criticare. Nella società odierna che ha dettato un certo tipo di standard, siamo più propensi a uniformarci alla massa piuttosto che spiccare come macchia colorata in un dipinto in bianco e nero. Volete essere considerati come "pèrsone e non persòne", come diceva il buon vecchio Pirandello? Volete essere dei personaggi che rivestono un ruolo (pèrsone) o volete vivere al massimo le esperienze che la vita vi dona (persòne)?


Io ve lo dico e ve lo ripeterò: vivete come siete e vivete al massimo. Vivete con entusiasmo perché siete bellissimi e siete speciali. Capiteranno sicuramente le critiche, ma questo vi servirà per migliorarvi ed a imparare qualcosa di più.


Vivete, fatevi amare e scopritevi. Non nascondetevi dietro ad una maschera che non permette a nessuno di vedere chi siete realmente.

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Ciao e benvenuto su Diario di Martina. Mi chiamo Martina, ho 19 anni e ho aperto questo blog nel 2019. Sono un'aspirante chimica, una lettrice a tempo perso e blogger per passione. Questo blog è nato con lo scopo di condividere i pensieri e le emozioni che la vita da fuori sede mi suscita. E' un luogo di pace e benessere personale. Il mio motto:"vivere sempre con entusiasmo". Buona permanenza!

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