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Diario di Martina


La scorsa settimana è stata decisamente difficile. Sono venuta a contatto con verità scomode e difficili da gestire.
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Sono una ragazza che ha un carattere molto forte che difficilmente si piega al volere della "società" per poter piacere agli altri. Io sono fatta così e non devo andare contro ai miei ideali e ai miei valori per poter andare d'accordo con persone con cui non ho nulla in comune.
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Ho sempre avuto difficoltà nel relazionarmi con altre persone, perché credo ancora nel rispetto reciproco e soprattutto nel rispetto nei confronti del rapporto che si definisce tra due persone. Credo nel valore dell'amicizia, nella lealtà nei confronti di una persona che occupa un posto importante nella tua vita, credo nel rispetto (lo sottolineo nuovamente), credo in valori che si stanno andando perdendo.
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Fin dalle superiori ho trovato difficile relazionarmi con persone che modificavano il loro essere per poter piacere a delle persone che poi non li consideravano realmente. Tutt'ora mi trovo in situazioni spiacevoli in cui non so come comportarmi.
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Dalla vita ho imparato che prima di andare bene alle altre persone, bisogna andare bene a sé stessi. Prima bisogna stare bene con sé stessi e poi con gli altri, perché se mai staremo bene con noi, come possiamo stare bene con gli altri?
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Per la rubrica "cosa mi ha insegnato la vita", vorrei aprirmi nei confronti di chi sta ancora cercando di capire come funzioni la vita, sia chiaro che io ho ancora molto da imparare, ma ho vissuto in prima persone esperienze che mi hanno fatto capire che noi siamo importante e dobbiamo circondarci di persone che ci stanno fare bene. Ci saranno sempre persone che verranno e se ne andranno: bisogna cogliere l'opportunità di quei momenti senza rimanerci troppo male se, ad un certo punto, avranno deciso che per quel giorno, per quel momento noi non andremo più bene per loro.

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Qualche giorno fa, mi è stata fatta una domanda molto importante e a cui ci tengo a rispondere con un post più approfondito anche qui sul blog.
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"Programmo accuratamente giorno per giorno lo studio, però poi riesco a portare a termine metà delle cose che mi sono prefissata, mi demoralizzo, mi viene l'ansia, mi viene sempre meno voglia di studiare. Come fare per vivere più serenamente il tutto e portare a termine quello che mi impongo? "
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Questi sono i consigli che ho messo in pratica da cui potete prendere spunto e "aggiustare" in base alle vostre esigenze.
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1. Suddividere gli impegni in base alle priorità. Lo so che abbiamo sempre mille cose da fare e che ci sembrano tutte di ugual importanza, ma non è così. Ad esempio (banale ma per rendere l'idea), in appartamento è il mio turno delle immondizie, appena vedo un sacchetto pieno mi prendo un appunto che il giorno dopo appena vado a prendere l'autobus butto via il sacchetto visto che passo davanti ai bidoni. 2 eventi, sviluppati in un unico momento: #timesaving.
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2. To do list NON troppo lunghe. Purtroppo, abbiamo solo un certo numero di ore a disposizione, il tempo non è infinito. Dopo aver selezionato gli impegni inderogabili e importantissimi, metterli in cima alla lista.
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3. Categoria: se ho tempo. Per evitare di demoralizzarsi se non si portano a termine tutti gli impegni, mettere nella to do list gli impegni che ASSOLUTAMENTE bisogna portare a termine ma essendo realisti. Sotto la sezione "se ho tempo" posizionare eventi/impegni che possono aspettare uno, due giorni se non di più.
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4. Cosa studio prima?. Questa è una domanda molto difficile a cui rispondere. Ho adottato questa tecnica da quanto frequento l'università, ma se ci avessi pensato prima, forse avrei vissuto più serenamente anche certi periodi delle superiori. Generalmente seguo 3 corsi al semestre (fino ad ora) e stilo un'ordine di importanza della materia. Al primo posto posiziono sempre la materia che ha più CFU, cioè quella che peserà di più sul mio voto di laurea, oppure quella in cui ho più difficoltà o quella con l'esame più difficile. Al secondo posto posiziono un'altra materia importante, in cui faccio un po' fatica, ma non troppo. In ultima posizione, mette sempre l'esame più semplice che non è solitamente quello che ha meno carico di studio, ma quello che a livello di concetti mi risulta più semplice oppure dove ci impiego meno tempo a fare gli schemi per gli esami.

In base alla posizione nella graduatoria, mi porto subito in pari con gli schemi o li posticipo a momenti in cui sono più stanca. 

Ad esempio, questo semestre seguo chimica fisica I, matematica II, chimica analitica II.

In ordine di importanza:
1. chimica fisica I, perchè ci sono tantissime dimostrazioni e concetti da imparare
2. matematica II, tantissimi concetti da imparare
3. chimica analitica II, solo concetti da memorizzare (non serve capire).

Ogni giorno faccio nel pomeriggio chimica fisica per poterla capire essendo difficile, la sera e nei weekend mi dedico a matematica e nelle pause a chimica analitica.
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5. Siamo umani. Questo è un aspetto che tendo a sottovalutare molto spesso. Ci sono giorni in cui mi sento totalmente disorganizzata oppure completamente indietro sulla mia tabella di marcia per lo studio. In quei giorni me la prendo con me stessa e studio in continuazione fino all'esaurimento. Questo mi porta a raggiungere uno stato di esasperazione totale che provoca una serie di pensieri negativi. Dobbiamo renderci conto che siamo persone umane e spesso ci sono fattori che posso influenzare la nostra produttività. Per questo motivo non abbatterti se non riesci a portare a termine tutto, domani è un altro giorno o la settimana prossima andrà meglio.


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E ora sono le 16.19 e sto aspettando il treno dee 16.57 per andare a casa e fare una sorpresa ai miei. Visto che anche loro leggono questo Blog, questo articolo uscirà domani.
Non so decifrare l'emozione che sento in pancia, ma sicuramente una piccola percentuale è data dall'ansia. Ho il respiro accelerato, una morsa che mi chiude lo stomaco. Ora che ci sto riflettendo, ansia di cosa? Non può essere ansia di perdere il treno, perché lo sto guardando in questo momento. Quindi ansia di cosa? Non riesco a capacitarmi del fatto che provo sempre questa agitazione anche in momenti meno opportuni come in questo. Non c'è motivo di provare ansia, ma la sto vivendo lo stesso. Perché? Non ho ancora trovato una risposta a questa domanda e probabilmente non la troverò mai. Sarà carattere? Sarà cosa? Se qualcuno sa la risposta a questa domanda, per favore mi illumini
.


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30 settembre 2019

Il primo giorno di università del mio secondo anno da studentessa di chimica. Leggerlo così forse fa più effetto rispetto a viverlo. Sembra un sogno, una parentesi della mia vita che presto avrà una fine. Scriverlo, dirlo ad alta voce, rende tutto più reale. 

Se la gente mi chiedesse:" com'è stato il tuo primo giorno al secondo anno?". La mia risposta sarebbe:"non lo so". Mi sembra di vivere in una bolla. Ormai questa è diventata la mia quotidianità che non mi ha suscitato nessuna grande emozione. Rimane sempre la corsa il primo giorno per prendere i posti migliori, perché il posto che ti scegli il primo giorno, sarà tuo per il resto dell'anno in dipartimenti dove il numero degli studenti è ridotto.

Se dovessi analizzare le mie emozioni, vi direi che forse non ho provato nulla. Come dicevo prima, ormai questa è diventata la mia quotidianità e viverla nuovamente non ha suscitato nulla se non la poca voglia di alzarsi presto al mattino.
⠀

Tanti parlano di quanto sia bello il primo giorno di ogni anno scolastico o accademico che sia, ma per me ha smesso di essere così. Forse mi trovo così a mio agio nelle vesti da universitaria che ormai per me è normale.

Sicuramente è stato bello rivedere quei compagni affezionati che si sono persi un po' durante l'estate. Oserei dire bello anche iniziare nuovamente a studiare, perché nella vita non si smette mai di imparare e la nostra voracità di informazioni non sarà mai sazia.

Il primo giorno è sempre un punto interrogativo. E' il giorno che decreta l'inizio di una nuova avventura, di un nuovo anno e si parte sempre con "i buoni proposti". I miei sono sicuramente:

1. iscriversi in palestra;
2. fare gli schemi di volta in volta;
3. studiare mano a mano senza trovarsi all'ultimo.


Vi terrò aggiornati sui progressi.


E  i vostri quali sono?


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Ciao e benvenuto su Diario di Martina. Mi chiamo Martina, ho 19 anni e ho aperto questo blog nel 2019. Sono un'aspirante chimica, una lettrice a tempo perso e blogger per passione. Questo blog è nato con lo scopo di condividere i pensieri e le emozioni che la vita da fuori sede mi suscita. E' un luogo di pace e benessere personale. Il mio motto:"vivere sempre con entusiasmo". Buona permanenza!

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